
ILLEGITTIMO L’ACCERTAMENTO SOSTITUTIVO
Sentenza n. 783/2019
Commissione Tributaria Provinciale di Messina – Sezione n. 3
La Commissione Tributaria Provinciale di Messina con la sentenza n. 783 del 2019 ha annullato un atto di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate in sostituzione di un atto precedentemente annullato in autotutela.
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IMPUGNAZIONE CARTELLA DI PAGAMENTO LEGITTIMAZIONE PASSIVA DEL CONCESSIONARIO ANCHE PER MOTIVI DI MERITO
Sentenza n. 5524/2017
Commissione Tributaria Regionale della Lombardia – Sezione 18
Secondo i Giudici lombardi, il contribuente che impugna una cartella di pagamento, può agire indifferentemente nei confronti del concessionario della Riscossione o dell’ente titolare del tributo, non configurandosi, tra i medesimi, un litisconsorzio necessario.
Il Giudice della C.T.R. Lombardia, ha accolto l’appello proposto dalla società contribuente, annullando la cartella esattoriale, condannando al pagamento delle spese e disponendo la trasmissione degli atti alla Procura della Corte dei Conti per danno erariale.
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ILLEGITTIMITA’ DELLA ROBIN TAX
Sentenza n. 7364/12/18
Commissione Tributaria Provinciale di Messina – Sezione 12
I Giudici della Commissione Tributaria Provinciale di Messina, pur aderendo ai principi statuiti dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 10/2015, hanno dichiarato illegittima la Robin Tax relativa al pagamento, saldo, anno 2014.
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IRRETROATTIVITA’ DELL’ARTICOLO 12 D.L. n. 78/2009
Sentenza n. 3596/4/18
Commissione Tributaria Provinciale di Messina – Sezione 4
Il Giudice di merito ha statuito sulla violazione dell’articolo 12 del D.L. n. 78/2009, prevedendo la inapplicabilità del raddoppio del termine ai fini della notifica dell’atto di irrogazione sanzione.
Lo stesso principio (inapplicabilità dell’art. 12 del D.L. n. 78/2009 e della sua efficacia retroattiva), è stato assunto dai Giudici di Piazza Cavour (Corte di Cassazione sentenza n. 2562/19).
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INTERESSI DI MORA ILLEGITTIMI
Sentenza n. 5898/18
Commissione Tributaria di Messina – Sezione 6
Con la sentenza citata, i Giudici della C.T.P. di Messina hanno annullato gli interessi di mora ex art. 30 D.P.R. 602/73.
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In materia di imposta di registro il giudicato favorevole si estende al coobbligato
Cass. civ. Sez. V Ordinanza, 30/01/2018, n. 2231
Con l’ordinanza in oggetto il Supremo Collegio ha affermato che l’acquirente di un immobile al quale sia stato notificato avviso di liquidazione dell’imposta di registro sul presupposto che il valore dichiarato nell’atto fosse inferiore a quello reale può – impugnando il suddetto avviso di liquidazione – opporre all’erario il giudicato riduttivo del maggior valore ottenuto dal venditore (coobbligato in solido con l’acquirente), anche se non abbia impugnato l’avviso di rettifica propedeutico a quello di liquidazione ed ancorché egli abbia pagato la pretesa imposta non per spontanea adesione alla pretesa tributaria, giacché solo in quest’ultimo caso è irripetibile quanto versato.
In tal senso, non può definirsi spontaneo il pagamento di un atto impositivo, effettuato solo al momento della ricezione dello stesso, allo scopo di evitare l’esecuzione forzata ed accompagnato dalla contestuale impugnazione del medesimo.
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Agevolazioni prima casa spettanti se l’immobile nel proprio Comune è inidoneo all’abitazione
Con la pronuncia in oggetto il Supremo Collegio ha affermato che non si può ritenere d’ostacolo all’applicazione delle agevolazioni “prima casa” la circostanza che l’acquirente dell’immobile sia al contempo proprietario d’altro immobile (acquistato senza agevolazioni nel medesimo comune) che, “per qualsiasi ragione” sia inidoneo, per le ridotte dimensioni, ad essere destinato a sua abitazione” (conforme a Cass. civ. Sez. 5, sentenza 17 maggio 2006, n. 11564).
Nel solco dell’orientamento sopra riportato, ha inoltre affermato che – ai sensi della lett. b) della Nota 2 all. alla Tariffa 1 del D.P.R. n. 131 del 1986, ipotesi diversa dalla lett. c) della Nota 2 cit., e alla luce dei principi affermati con l’ordinanza n. 203 del 2011 della Corte Costituzionale – l’inidoneità dell’alloggio già posseduto debba essere valutata anche dal punto di vista soggettivo del compratore in relazione alle esigenze abitative del suo nucleo familiare (Cass. 2017 n. 27376; Cass. 2016 n. 2278; Cass. n. 26653 del 2014; Cass. n. 21289 del 2014; Cass. n. 23064 del 2012; Cass. n. 12866 del 2012).
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